Per 29 mesi la guerra italiana ebbe dei peculiari tratti politici, militari e sociali. Fu decisa dopo 10 mesi di neutralità, senza essere minacciati da alcuno e contro il volere delle classi popolari al fine di completare l'unità politico-territoriale d'Italia, obiettivo al quale non erano alieni intenti reazionari e vaghe aspirazioni imperialiste di parte delle classe dirigente. Di conseguenza, l'impostazione delle operazioni non poteva che essere offensiva, anzi lo fu in modo esasperato, oltretutto con tattiche obsolete per la nuova guerra che con difficoltà si cercava di innovare e benché, per circa 12 mesi, il Regio esercito mancasse d'indispensabili mezzi. Questa duplice circostanza aumentò in modo esponenziale le perdite in azione, provocò gravi atti di dissenso fra le truppe e il crescente malcontento nella popolazione civile, gravata essa pure da restrizioni e sofferenze, tanto che fra l'autunno 1916 e l'estate 1917 aumentarono le proteste, in qualche caso molto aspre e serie.
Il quotidiano socialista anche in tempo di guerra si avvalse dell’opera del disegnatore Giuseppe Scalarini. Egli in graffianti vignette, semplici nel loro concezione e comprensibili da tutti, ironizzava, dal suo punto di vista di socialista militante e pacifista, su ipocrisie e ingiustizie dell’epoca, [...]
In questo caso Scalarini ironizzava sui capitalisti guerrafondai che mandavano il popolo sulla "via del macello" con pretesti idealistici quali la patria e l’onore, proprio mentre ai macilenti figli del popolo, cui mancava di che vestirsi e cibarsi, si prospettava una situazione internazionale [...]
Non solo le masse gravitanti attorno al partito socialista accolsero la notizia della neutralità con sollievo, ma anche quelle afferenti al mondo cattolico. E non poteva essere altrimenti per i seguaci di un credo in cui l’amore per il prossimo è il comandamento supremo. Il papa, quale massimo [...]
Una volta dichiarata la guerra, alle masse non restò che obbedire allo Stato, non foss’altro che per il costo di un rifiuto; ed i cattolici non fecero eccezione, anzi la guerra fu per essi la prova che legittimò la loro partecipazione alla cosa pubblica dopo il trauma della "questione [...]
Qualsiasi guerra è inevitabile che sia o diventi un fatto politico. Questo conflitto, in genere, fu pensato e voluto dalla classe dirigente come la "quarta guerra d’indipendenza", non come evento rivoluzionario, latore di nuove idee o sovvertitore dello status quo. C’era già, [...]
Assenti i social network, la radio e la televisione, allora un potere formidabile l’aveva la carta stampata, in specie i giornali influenzavano assai l’opinione pubblica. Le testate del tutto contro il conflitto furono assai rare e, del resto, fu da subito istituita la censura che imbiancava gli articoli [...]
È arcinoto che sotto la reggenza del generale Cadorna spesseggiasse un approccio coercitivo con i combattenti, ma è men noto che vi furono anche iniziative per alleviare-galvanizzare gli stessi, le quali ebbero scarsa o nulla efficacia perché mal organizzate, prive di "appeal ideologico" [...]
Tante sofferenze, tutti quei lutti, sì innumeri da dar vertigine, avevano un senso? Fin dal principio della guerra serpeggiarono questi quesiti inquietanti. Le famiglie borghesi, dato il loro ruolo storico-ideologico nell’Unità d’Italia, erano facilitate nella ricerca di un senso, benché [...]
Turriaco fu occupato dalle truppe italiane nella primavera del 1915. Si presentò, quindi, la necessità che in Italia era già sorta all’indomani dell’Unità: creare la mentalità dei nuovi italiani. La scuola e la letteratura per l’infanzia ebbero un ruolo preminente, ma vi erano [...]
Tra il 24 ottobre ed il 9 novembre 1917 il Regio esercito subì un rovescio che quasi gli fu fatale. La "rotta di Caporetto" ebbe cause militari ma, più in generale, si può affermare che tutto il sistema politico-militare era stato inefficace fino ad allora. Offensive continue, [...]