Contenuti » La Grande Guerra: propaganda e memoria nelle "due guerre" degli italiani (Fondazione Civiltà Bresciana) » Il lungo dopoguerra e la memoria combattuta (autunno 1918 - estate 1940)

Doc. 07: Nuovo regime, nuova monumentalità (da «Brescia. Rassegna mensile illustrata», anno 6° (1933), n. 11, p. 40)

Il fascismo elesse nel mito della guerra vittoriosa la propria legittimazione storica. Quindi esso si doveva occupare dei morti (e della loro memoria) e dei sopravvissuti. Tra la fine degli anni Venti e gli anni Trenta eresse pertanto, nel più vasto processo di rinnovamento architettonico del Paese, decine e decine di strutture celebranti la guerra vinta, come mausolei-ossari e monumenti ai caduti, in cui era palese l'imprinting politico-culturale del nuovo regime. Questa foto ritrae una di quelle opere, visitata dagli ex combattenti bresciani: la colossale stele alla "trincea delle frasche" (Carso) a Filippo Corridoni, sindacalista rivoluzionario amico di Mussolini, volontario di guerra nel 32° fanteria, presso cui morì in azione il 23 ottobre 1915.


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