Per la "quarta guerra d'indipendenza" si ripresentò un fenomeno del post-Risorgimento, originato dalla Rivoluzione francese, ossia le lapidi-monumenti ai morti in guerra. Le differenze furono due rispetto al passato. La prima fu nell'entità dei manufatti: dal 1848 al 1870 erano morti tra i filo-unitari circa 6.000 uomini, mentre dal 1915 al 1920 i morti erano stati almeno 529.000. La seconda fu nel senso dato ad essi: in passato ebbero un intento "emulatorio", poiché l'Italia era ancora da compiere o fare grande; ora la prospettiva era "consolatoria" poiché, chiuso un ciclo storico, i lutti erano stati indicibilmente maggiori. Questa cartolina ricorda un'iniziativa oggi oramai obliata, ossia il "chiostro della memoria" voluto dal poeta Angelo Canossi. Le colonne del chiostro dell'orfanatrofio (oggi RSA), riportano ancora innumeri nominativi di bresciani - gli "inobliabili congiunti", come afferma costì una lapide - morti nella Grande guerra; qui si svolsero le cerimonie patriottiche di Brescia negli anni Venti e Trenta.