Finanziare una guerra costa, e una guerra alimentata dalla produzione industriale costa ancora di più. L'Italia, paese povero e agricolo, per far fronte alle spese contrasse forti debiti all'estero, ma ricorse anche per sei volte alla pratica del "prestito nazionale", ossia il risparmiatore un domani avrebbe riscattato con il 5% d'interessi una certa somma versata. Così facendo s'investiva il proprio denaro "patriotticamente" e si finanziava la guerra. Era naturale, quindi, che il Partito socialista, di per se contrario alla guerra vista sempre e comunque "capitalista e borghese" nonostante la metamorfosi del 1917-18, deprecasse questa attività. E Scalarini traspose graficamente questa posizione.