Tra la fine del primo conflitto mondiale e l’avvento del regime fascista, in un quadro di forti rivendicazioni dei lavoratori, la provincia di Bergamo fu caratterizzata da una decisa attività sindacale cattolica. Tra i “bianchi” bergamaschi, una figura si distinse per il carisma e per il solido rapporto di fiducia che strinse con le masse lavoratrici: il propagandista Romano Cocchi, ex-segretario di Guido Miglioli e appartenente all’ala estremista del Partito Popolare. Questo articolo, tramite fonti d’archivio e lo spoglio della stampa locale e sindacale, ricostruisce le vicende del sindacalismo bianco bergamasco nel primo dopoguerra, analizzando in particolare il ruolo svolto da Cocchi, il suo legame con i lavoratori e i contrasti con la Diocesi. Il contributo si sofferma brevemente anche sull’influenza che il pensiero cocchiano ebbe sulla vicina provincia di Brescia.
After the First World War and before the rise of the Fascist regime, amid rising workers’ demands, Bergamo’s province saw a decisive Catholic trade union activity. Among the “white” trade unionists, one figure stood out for his charisma and the trusting relationship he managed to build with the working masses: Romano Cocchi, Guido Miglioli’s former secretary and a member of the Popular Party’s left wing. This article, through archival sources and the local and trade union’s press, reconstructs the events of Catholic unionism in Bergamo in the post-war years, analysing in particular the role played by Cocchi, his bond with the workers and his contrast with the Diocese. The paper also touches upon the influence Cocchi’s ideas had on the neighbouring province of Brescia.