Il saggio analizza i libri e le riviste programmaticamente antisemiti acquisiti dalla Biblioteca Queriniana negli anni del fascismo, la data e le modalità del loro ingresso in biblioteca e quale ne è stata la fruizione da parte del pubblico.
Il numero delle richieste e i segni di lettura dimostrano che questi scritti poco o nulla hanno contribuito a veicolare pregiudizi e atteggiamenti ostili nei confronti degli ebrei. Ben più efficaci per l’irradiazione del razzismo antisemita nei ceti di media acculturazione sono risultati i giornali, i testi pedagogici, i libri scolastici, i bollettini parrocchiali e le opere di narrativa come il romanzo del bresciano Alessandro Augusto Monti della Corte, Viva San Marco!, di cui si ricostruiscono genesi, contenuti e diffusione. I cataloghi cartacei della Biblioteca Civica hanno consentito di individuare anche un opuscolo di segno opposto, stampato nel febbraio 1939 dalla Pavoniana di Brescia, che pone molti interrogativi.
Chi, a pochi mesi dalla promulgazione delle leggi razziali, ha preso l’iniziativa di tradurre e pubblicare un testo che denuncia la falsità dei Protocolli dei savi di Sion, la principale opera di riferimento dell’antisemitismo? Perché l’esemplare queriniano dell’opuscolo è stato, fino ad anni recenti, l’unico presente nell’OPAC del Servizio Bibliotecario Nazionale? Domande rimaste, nonostante le ricerche svolte in archivi e biblioteche, senza risposta.
The essay analyses the programmatically anti-Semitic books and journals acquired by the Queriniana Library during the years of Fascism, when and how they came into the library and how they were used by the public. The number of requests and the signs of reading show that these writings contributed little or nothing to conveying prejudice and hostile attitudes towards Jews. Newspapers, pedagogical texts, school books, parish bulletins and works of fiction such as the novel by the Brescian Alessandro Augusto Monti della Corte, Viva San Marco!, whose genesis, contents and circulation are reconstructed, were far more effective in spreading anti-Semitic racism to the middle acculturated classes. The paper catalogues of the Biblioteca Civica also made it possible to identify a pamphlet of the opposite sign, printed in February 1939 by the Pavoniana in Brescia, which raises many questions. Who, a few months after the promulgation of the racial laws, took the initiative to translate and publish a text denouncing the falsity of The Protocols of the Elders of Zion, the main reference work of anti-Semitism? Why was the Querinian copy of the pamphlet, until recent years, the only one in the OPAC of the National Library Service? Questions that remained, despite research in archives and libraries, unanswered.